Gli anni della Repubblica

La fine del secondo conflitto mondiale, che vede in territorio friulano l’incontro fra le forze armate provenienti dal fronte italiano e quelle dell’esercito popolare di liberazione jugoslavo, vede il sorgere di numerose problematiche che andranno a costituire le linee guida del dopoguerra friulano e italiano, prime fra tutte quelle legate alla sistemazione dei confini, punto critico di queste zone ormai da secoli, e al particolare caso di Trieste e del suo territorio. Fatto più importante del secondo dopoguerra fu la determinazione, in sede di riassetto amministrativo e costituzionale dello Stato italiano, della nascita della regione “Friuli Venezia Giulia”, che porterà alle prime elezioni per il Consiglio della Regione tenutesi il 10 maggio 1964. Questi anni di ricostruzione e di ripresa post-bellica segnano lo svilupparsi di un progresso economico che per la prima volta abbandona il settore agricolo per indirizzarsi maggiormente verso altri settori, in primis quello industriale. È così che la proprietà fondiaria, anche quella della Bassa pianura dove più forti erano le spinte verso un ammodernamento delle tecniche e dell’intero settore, vede diminuire la sua importanza, a favore di un significativo decollo industriale, specialmente del settore metalmeccanico. Per quanto riguarda il basso Friuli e con esso il comune di Gonars, significativi sono gli sforzi rivolti alle bonifiche e alla realizzazione della grande e piccola viabilità (soprattutto della direttrice autostradale Venezia-Trieste, con il ramo annesso Palmanova-Udine-Tarvisio), ma soprattutto il diffondersi della piccola industria e accanto ad essa dell’artigianato locale, diretto però in parte significativa anche a mercati internazionali e transcontinentali.

Il secondo cinquantennio del secolo vede così il progressivo diffondersi di un’economia industriale ed artigianale che si fa via via più attiva e aperta agli influssi internazionali. Gonars s’innesta in questa evoluzione attraverso soprattutto il mercato calzaturiero, la cui produzione è destinata ad un mercato di massa con la creazione di scarpe di pelle di tipo economico, rivolto anche all’Austria, alla Germania, all’Olanda, al Belgio e a diversi altri paesi.

Il terremoto del maggio del 1976, e le successive numerose scosse che devastano gran parte del territorio della regione, lasciano pressoché indenni i territori del Basso Friuli, che però partecipano al lutto delle comunità più colpite e si prestano attivamente all’aiuto dei comuni maggiormente devastati e alla ricostruzione di essi. Questa avviene in breve tempo e in un certo senso da un nuovo stimolo all’economia che tuttavia non riesce ad evitare la crisi sopravvenuta nei due decenni successivi.

Anche Gonars con il suo territorio ha risentito di questa negativa congiuntura economica, con segni di regresso produttivo nel settore calzaturiero. Ora, grazie alla realizzazione di una zona artigianale, sono sorte numerose attività arigianali e commerciali a ridosso della SS252 “Napoleonica”. L’attività economica risulta quindi suddivisa in diverse attività e non più concentrata su un unico settore produttivo.

Riferimenti bibliografici

... Magari zavatis, ma simpri Gonars : Gonars il paese delle calzature / Roberto Tirelli. - Comune di Gonars, 1999

Gonars / Anna Malisan
In: Ce fastu? : rivista della Società Filologica Friulana. - A. LXXXI (2005). - p. 223-267