La sinagoga di Ontagnano

Una significativa presenza di ebrei in Friuli è attestata a partire dal XIV secolo; favoriti dal governo dei patriarchi di Aquileia, gli ebrei si stabiliscono in diversi luoghi della Patria. Con il secondo Quattrocento la situazione inizia invece a peggiorare, a causa della campagna antifeneratizia avviata dai Minori francescani, finché, nel secolo successivo, accuse particolarmente infamanti nei confronti degli ebrei, come quelle di omicidi rituali o di diffusione di morbi epidemici, portano alle prime vigorose cacciate e a restrizioni alla libertà religiosa e all’attività economica. Ciononostante, i rapporti tra gli ebrei che continuano a permanere nei territori della Serenissima e la popolazione cristiana rimangono buoni.

Le prime notizie di una presenza ebraica nell’abitato di Ontagnano risalgono al XVI secolo. Questo territorio era una piccola enclave posta sotto il governo imperiale e, per questo motivo, libera dalle restrizioni che opprimevano gli ebrei nei territori della Serenissima. È così che, a partire dal XVI secolo, iniziano a trasferirsi qui alcune famiglie di ebrei, con ogni probabilità di origine askenazita. In breve questa piccola comunità, dopo essersi inserita nel contesto economico e sociale del luogo,  riuscì a trasformare un’abitazione privata in una piccola sinagoga, con annessa una stanza riservata alle donne che assistevano alle cerimonie attraverso un’apposita feritoia ricavata nella parete. Una testimonianza che ancora oggi conferma la funzione di questo luogo adibito a sinagoga è il soffitto con stucchi a forma di stella di David.

Nel 1620 è documentata la presenza della famiglia Morpurgo e nel Settecento anche delle famiglie D’Angeli, Luzzatto, Pincherle e Sullam. A Ontagnano nacque Giuseppe Filippo Renati (1705-1767), chiamato David, figlio di Salvador Pincherle e di Eva Morpurgo. L’importanza di questa figura è legata alla sua conversione al cattolicesimo, avvenuta con una sfarzosa cerimonia battesimale celebrata nel duomo di Udine quando il Renati aveva circa ventisei anni, e soprattutto alla creazione, per sua volontà, dell’Istituto degli orfani o “Casa di carità” di Udine che portò in seguito il suo nome.

Nel 1777 il Senato veneziano con i 96 “Capitoli della nuova condotta degli ebrei di questa città e dello Stato” impone nuove e ben più limitative norme alla presenza e permanenza ebraiche in tutte le città e in tutto il territorio dello stato. In seguito a questa Ricondotta numerosi profughi ebrei sono costretti a spostarsi dai territori della Serenissima a quelli asburgici, e nuclei interi di famiglie vanno ad insediarsi ad Ontagnano, Goricizza, Gonars, Porpetto e soprattutto Trieste. Nelle terre dell’Austria gli ebrei trovarono un ambiente più favorevole e tollerante, grazie alla modernità della legislazione sulla condizione ebraica emanata tra il 1782 e il 1790 da Giuseppe II.

La situazione degli ebrei residenti nei territori di ambito veneto tende a uniformarsi a quella degli ebrei dei territori asburgici con l’arrivo dei Francesi nel 1797. Ancora nella prima metà dell’Ottocento, alcune famiglie continuano a risiedere in diversi piccoli centri della regione, tra cui anche Gonars,  sede di una sinagoga privata distrutta poi nel primo conflitto mondiale. La comunità che conosce lo sviluppo maggiore, in regione, è quella di Trieste che passerà dai 2800 iscritti circa della metà del secolo ai circa 5000 della fine dell’Ottocento. La prima guerra mondiale pone un freno evidente allo sviluppo di quelle comunità e subito dopo l’avvento del fascismo pone inizio ad un periodo notoriamente gravido di conseguenze drammatiche per l’intera popolazione ebraica. La data fatidica dell’11 novembre 1938, segnata indelebilmente dalla promulgazione delle leggi razziali, colpì profondamente l’ebraismo del Friuli, ma non fu paradossalmente terrificante se paragonato al periodo seguente all’8 settembre 1943, quando l’occupazione diretta delle terre friulane da parte del Terzo Reich fece precipitare la situazione degli ebrei verso la catastrofe.

Dopo i mesi della Resistenza, cui diedero un importante contributo anche diversi ebrei della regione, e soprattutto dopo la liberazione, all’incirca un migliaio di ebrei potè rientrare e ridare vita a quella Comunità triestina che tuttora permane come unica comunità ebraica del Friuli Venezia Giulia.

Si trova a Ontagnano, in via Mazzini. N. 38 dello stradario.